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martedì 26 aprile 2011

INTERVISTA A PETER THOMMEN

Scritto da Roberto Da Costa traduzione centro surf Bracciano
foto P.Thommen Charles Oreve e R.Da Costa














Era da tempo che mi ronzava in mente l’idea di intervistare colui che più di ogni altro con le sue tavole da windsurf ha vinto ogni sorta di competizione, il binomio Thommen Dunkerbeck ha devastato la concorrenza nei più importanti campi di regata ed in tutte le discipline.
Posso serenamente affermare di essere cresciuto” surfisticamente parlando” a pane e F2 Sputnik 280. Ai tempi dei tempi lo slalom la faceva da padrone, tutti i miei amici erano slalomari e tutti, ma proprio tutti, utilizzavano le tavole F2.
Con il tempo le cose sono cambiate ma in cuor mio quei tempi rimarranno i migliori dal punto di vista surfistico.
Una vita fà!! Si, mi sembra passato un secolo da quando il mio vhs passava e ripassava le immagini del laboratorio T1 a Maui da dove uscivano le più belle e vincenti tavole da windsurf.
Era il 1990 e spinto dalla curiosità mi misi a creare le mie prime tavole da windsurf . Ovviamente i risultati furono disastrosi , ma con il tempo e tre/quattro tavole buttate nel secchio qualche bel risultato è arrivato.

Tornando ai giorni d’oggi, il nostro amato sport è cambiato, fortunatamente in meglio, tavole più performanti, più leggere e molto più corte la fanno da padrone, il tutto “ovviamente “a favore della facilità di navigazione, questo ”ovviamente” grazie al lavoro incessante dei vari Shaper sparsi per il globo.
Il tempo passa ma T1 resta!!! tant’è che da quando ho aperto il mio account su FB ho ritrovato con piacere molti windsurfer d’un tempo, quest’ultimi usciti dalle competizioni si sono dedicati ad altro. C’è chi produce video, chi tosa prati, chi fa vele e tavole e soprattutto chi, come Peter Thommen continua a sfornare ottime tavole di serie e custom.
Anche per il sottoscritto le cose sono cambiate tant’è che da quando collaboro con T1 per la promozione delle loro tavole, mi sembra di essere tornato indietro nel tempo. Le tavole T1 che siano Slalom, Freeryde, Freestyle o wave, sono tutte caratterizzate da elementi che le contraddistinguono da tutte le altre: prestazioni e controllo, come dire…..un marchio di fabbrica made in Thommen!!.
In un vecchio video di windsurf, l’intervistatore di turno chiedeva a Peter quale fosse il segreto delle sue tavole. Peter senza batter ciglio gli disse: non ci sono segreti ma semplici regole di base da rispettare, una tavola per essere vincente deve essere in primis veloce e facile da condurre, se uno di questi dei due fattori viene a mancare la vittoria sarà difficile da raggiungere.


Ciao Peter in primis grazie per avermi concesso questa intervista, era da tempo che volevo conoscerti più da vicino.
Mi piacerebbe fare con te un passo in dietro tanto per far capire chi è Peter Thommen e come ha scelto di diventare Shaper


Peter
Ho iniziato a fare windsurf nell’estate del 1978 spinto dai miei migliori amici. Già nell’inverno successivo cominciammo a costruire le nostre tavole prendendo dalla nostra esperienza e dalle foto di tavole accattivanti che venivano dalle Hawaii e dall’Australia. Nonostante le nostre prime tavole non fossero il massimo, era ovvio che fossimo dell’idea di creare qualcosa di meglio di quello che il mercato offriva al tempo. E quindi spinti dalla passione abbiamo continuato per la nostra strada, con il tempo le tavole sono migliorate e presto siamo stati capaci di costruire tavole per i nostri amici e anche per gente che non conoscevamo. Furono giorni di duro lavoro e anche di grandi soddisfazioni, fu cosi che lanciammo il primo flusso di tavole custom sul mercato con un discreto successo.
Ero ancora redattore del giornale locale di Biel, la mia città natale,lasciai il posto nel 1982 e andai alle Hawaii dove venni a contatto con i migliori windsurfisti del mondo facendo il coverage della PanAm Cup e scrivendo articoli windsurfistici come giornalista freelance. Dopo poco fui assunto dalla HiFly per gestire il loro laboratorio di ricerca e sviluppo a Torbole, sul lago di Garda dove rimasi per tre stagioni fino a quando cominciai a collaborare con F2 nell’autunno dell’85.


Il windsurf è in continua evoluzione, nuove discipline come il freestyle ed in parte anche il Sup stanno muovendo positivamente il nostro sport, ma una cosa su tutte mi incuriosisce, quali sono i parametri che fanno decidere ad uno Shaper se una tavola sarà o non sarà ideale per la produzione di serie? Parametri come lunghezza, larghezza , volume e Roker line danno alla tavola comportamenti molto diversi e non da tutti apprezzati o meglio capiti, l’esigenza del surfista comune è ben lontana delle necessita dei pro.


Peter
Ci sono effettivamente modi sempre più svariati di praticare il nostro sport, ogni surfer ha bisogni e necessità diverse, e molto spesso alcuni spot favoriscono uno style rispetto all’altro
Gli Shaper seguono da vicino le necessità di tutte queste discipline per cercare di offrire tavole sempre più specifiche.
I criteri che determinano una tavola di produzione variano moltissimo a seconda della disciplina o del segmento di clientela a cui si rivolgono. Riguardo alle mie attuali tavole di produzione, direi che il mio obbiettivo principale è quello di offrire tavole che comprendano un vasto range di utilizzo per un altrettanto vasto range di utenti.
Non disegno tavole per professionisti ma piuttosto per windsurfisti dal livello medio all’esperto, in fase di progettazione e realizzazione preferisco lasciar perdere qualche piccolo dettaglio che renda la tavola più performante, lavorando sul confort, l’accessibilità, e range di utilizzo.

Roberto Rimanendo in tema: tendenza o reale necessità? Vorrei un tuo parere spassionato sulle nuove tavole multi Fins, questa tipologia di tavole sembra avere una marcia in più rispetto alle tavole Single Fin? Queste tavole corte e larghe fanno realmente la differenza ? Ti chiedo questo perché nei negozi italiani non si vedono più tavole Single Fin, o almeno se ne vedono veramente poche vi sono soprattutto Quad e Twinzer. Anche i Freestyle moderni ne sono equipaggiati, credi che questo sia il futuro del nostro sport o è solo una necessità del momento?

Peter
Le tavole multifins si sono evolute moltissimo negli ultimi anni e stanno diventando sempre più versatili e quindi a favore del consumatore / amatore .
Qualche anno fa le tavole multifins erano indirizzate ai migliori windsurfisti, solo i top surfer potevano realmente sfruttarne il loro potenziale nelle onde; surfate più radicali e raggi stretti sulle onde erano le richieste di pro, Inoltre, una tavola single fin ben progettata sarà sempre più facile da gestire e performerà meglio per il windsurfista di livello medio/avanzato specialmente calcolando la media delle condizioni che si incontrano negli spot che nella maggior parte delle situazioni incontrate sono ben lontane dall’essere eccellenti.
Va anche detto che molti Surfer non si sentono a loro agio su tavole super corte e larghe, ma credo fortemente che nel mercato del wave ci sia posto sia per le single Fin che per le multifin,mi auguro solamente che non si ricada come nel passato in quella futile caccia agli ultimissimi modelli discriminando così i windsurfisti che non erano passati ai materiali all’ultimo grido.
L’industria del windsurf ha perso moltissimi clienti per questo fenomeno…. Troppi direi, si tratta in fondo solo di divertirsi facendo windsurf indipendentemente dalla tavola che si ha.
Possedere un Quad non rende una persona più brava, magari nelle onde gli regalerà delle sensazioni diverse rispetto al single fin, ma è sbagliato credere che chi usa i single fin sia mentalmente ritardato o all’antica, che sia chiaro questo,….. se si è bravi sulle onde lo si è anche con il single fin.

Roberto Le aziende impiegano i migliori materiali per costruire tavole sempre più leggere e robuste, T1 invece adotta un nuovo materiale in aggiunta al carbonio. il Bamboo X Carbon, puoi dirci di cosa si tratta? E quali miglioramenti si ottengono con questo tipo di costruzione?

Peter
Per prima cosa, ci sono modi già conosciuti per produrre tavole migliori, specialmente attraverso l’uso della tecnologia aerospaziale, purtroppo però queste tecnologie di costruzione risulterebbero troppo costose per le aziende di windsurf e farebbero lievitare in maniera eccessiva i prezzi delle tavole, questo per i distributori e l’utente finale è un costo impossibile da accettare.
Quindi noi cerchiamo di migliorare i nostri prodotti entro certi limiti dovendo tener conto dei prezzi di vendita, dell’aumento dei materiali e dei costi di produzione e dei costi di spedizione etc.
L’uso dell’impiallacciatura di Bamboo è molto interessante: le sue proprietà meccaniche sono eccellenti, è un materiale naturale che si trasforma in un prodotto usabile in maniera semplice e in rispetto dell’ambiente.
Le tavole impiallacciate con il Bamboo sono rigide come quelle in carbonio hanno un ottima resistenza alla compressione”anche quella locale, cosa che il carbonio non ha” e hanno una maggiore durata nel tempo, senza calcolare poi l’aspetto estetico di gran lunga superiore alle tavole con una finitura semplice.


Roberto
Rimanendo nel campo dello sviluppo: vela, pinna e da ultimo la tavola, tre componenti che da soli servono a poco, ma se uniti danno vita ad uno dei più entusiasmanti sport del 2^ millennio. Per costruire una buona tavola da windsurf quanto sono importanti questi due elementi?

Peter
Sicuramente tutti e tre i fattori devono lavorare insieme, anzi i fattori sarebbero 4 perché anche il rider è molto importante.
La combinazione tavola pinna è molto importante, grandezza , l’outline e la flessibilità influenzano moltissimo la performance della tavola,lo stesso vale per la vela anche se le preferenze personali sembrano avere più rilievo rispetto ad un approccio globale.

Roberto
Quindi, riflettendo sul fatto che per raggiungere un obbiettivo c’è bisogno di più fattori, mi viene spontaneo chiederti quale è il tuo rapporto con il Team T1.

Peter
Il mio socio Mark Thoms in Olanda ed io ci muoviamo seguendo la linea dell’accessibilità economica del prodotto, noi siamo un marchio piccolo e non possiamo certo spendere soldi che non abbiamo ancora guadagnato.
La maggior parte del lavoro di sviluppo lo faccio personalmente collaborando con degli ottimi ragazzi a Maui ai quali interessa produrre un prodotto concreto e non semplicemente la tavola migliore per loro

Roberto
In Italia lo slalom sta riscuotendo un discreto interesse anche da parte dei non Pro. In molti, dismessa la tavola da Freeride, hanno ripreso a navigare con più frequenza.
In spiaggia, già dalla passata stagione, si vedono più Slalom e Race che freeryde. Anche le altre aziende stanno puntando molto su questa disciplina , non ti nascondo che da quando possiedo un 123 RS 74 Bamboo ho riscoperto il piacere del navigare con 12/14 nodi, cosa che con il Freestyle è praticamente impossibile.
Lo Slalom è una disciplina molto interessante dal punto di vista tecnico, tant’è che le aziende ogni anno fanno di tutto per migliorare i propri prodotti, ogni stagione vengono apportate modifiche al Rocker line, lunghezza , larghezza ecc…praticamente ogni anno si assiste ad una mezza rivoluzione.
T1 in quale direzione si sta movendo? Sta lavorando su qualche nuovo progetto di tavola slalom?

Peter
Le moderne tavole slalom sono molto più semplici da controllare e questo è il principale motivo per il quale molti freerider passano allo slalom.
Dall’altro canto i veri freerider tendono a cercare tavole orientate alla manovra più che tavole standard che di quella classe sono principalmente orientate alla planata anticipata.
Il mio lavoro di design è focalizzato su tavole wave più larghe e altri progetti piuttosto che sullo slalom,siccome noi non partecipiamo al titolo per la vittoria del PWA, non ci sentiamo obbligati a produrre nuove tavole slalom ogni anno.
I modelli attuali sono stati ridefiniti da alcuni cambi nella produzione e dall’uso del Bamboo, che da solo ha contribuito ad un buon 40 % in più sulle performance finali.

Roberto
Prima di concludere questa nostra intervista e di salutarci ti lascio lo spazio per dire quello che vuoi…

Peter
Il range T1 consiste nel creare modelli essenziali, noi cerchiamo di migliorare le nostre tavole, inserendone di nuove solo quando ne abbiamo di veramente valide da proporre, il tutto con costanza e rispetto per il cliente finale.
Vorrei comunque provare a dare la possibilità a tutti quelli che stanno cercando una tavola veramente speciale, se volete potete ordinare la vostra tavola custom presso il mio laboratorio a maui.
Mandatemi pure una mail con la vostra richiesta ed io sarò ben felice di creare in base elle vostre esigente la vostra tavola custom dei vostri sogni!!
Aloha Peter

giovedì 14 aprile 2011

Boujmaa - the king of pain

by Reflex Films Australia













"The King Of Pain" è una clip tributo prodotto dalla Reflex Films per Boujmaa Guilloul, che due giorni fà a Hookipa ha avuto un brutto incidente durante un tentativo di triplo forward .

Boujmaa - the king of pain from Reflex Films Australia on Vimeo.

giovedì 7 aprile 2011

Brindisi 6 aprile 2011

Spot Lindinuso
Maestrale - vele 5,3


photo by carlo sol
info 388 0430328
carlosol@live.it




photogallery completa su:
https://picasaweb.google.com/carlosolazzo60/Lindinuso11#

Gabriele
















Alessandro















Carmine
















Domenico















Giuseppe


















Mimmo



martedì 5 aprile 2011

PWA Video Profile – Steven van Broeckhoven

Steven van Broeckhoven tells Kevin Pritchard about what makes the Belgian tick. Filmed in Fuerteventura and Vietnam.

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